Non aprite quel cancello

Che i vivi a Valguarnera se la passassero bene non l’ha mai detto nessuno né nessuno lo pensa, ma che anche i morti, in questo paese, dovessero soffrire anche dopo il trapasso non me lo sarei mai aspettato. Basta entrare al cimitero comunale per accorgersi di come sia sconosciuto il minimo concetto di rispetto e di ossequio che si deve ai cari estinti: fiori rubati dai contenitori, vasetti trafugati, finanche latrocini di lumini, di contenitori, gente che urla, cani randagi, topi, gatti, macchine posteggiate per ore fin sulla soglia delle cappelle e delle tombe, aree che dovrebbero (nei paesi civili, con cittadini civili) essere completamente interdette al traffico autoveicolare e ai disturbatori della quiete pubblica (i vigili urbani esistono anche per questo al mio paese!); ma quello che non mi sarei mai aspettato è vedere intere tombe distrutte e danneggiate, con bare scomposte fuoriuscite all’esterno, con ancora porzioni di scheletri visibili agli occhi dei cittadini che si trovano a passare da quelle parti. Uno spettacolo degno dei migliori film di Dario Argento! Complimenti ai responsabili di questo schifo e di questa nefandezza ma sappiano che, non ponendo ordine e decoro all’interno dell’area più sacra di ogni città quale è il cimitero, anche loro un giorno, che io auguro il più lontano possibile, potranno provare cosa vuol dire avere le proprie ossa al sole! E spero che, dato che gli organi comunali sono del tutto assenti e indifferenti alla questione, almeno il l Prefetto, il Procuratore della Repubblica, gli organi dell’ordine pubblico, gli organi sanitari di vigilanza e di controllo dell’igiene pubblica, il servizio di medicina legale, ecc., intervengano per il diritto più elementare che deve essere riconosciuto ai nostri cari estinti: la pace e la quiete!

Luigi Bascetta

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