Via libera del parlamento al potenziamento della flotta militare

La nuova campagna acquisti voluta fortemente dall’ammiraglio Giuseppe de Giorgi, Capo di Stato maggiore, è andata definitivamente in porto: Il rinnovo e il potenziamento della flotta da guerra della Marina Militare ha ottenuto infatti il via libera definitivo dal Parlamento. Entrambe le commissioni Difesa hanno dato parere favorevole (contrari solo Cinquestelle e Sel), al programma ventennale da 5,4 miliardi di euro  per la costruzione di una nuova portaerei, dieci pattugliatori, una gigantesca nave appoggio e due piccole unità veloci da assalto.

Tutto ciò va a completare l’ammodernamento della flotta già avviato con le portaerei Cavour, le 12 fregate, i quattro nuovi sommergibili, la nuova nave supporto forze speciali (finanziata pure con 50 milioni del ministero dell’Istruzione), più ottanta nuovi elicotteri da assalto e altri 15 cacciabombardieri F35  che si vanno ad aggiungere agli altri 90 già in listino nonostante Renzi aveva promesso che li avrebbe dimezzati. Per tutto ciò avevamo già speso circa 17 miliardi di euro. Mentre la sola gestione del programma per lo sviluppo e l’acquisto degli f35 ammonta a 52 miliardi.

L’Italia diventa così la sesta nazione al mondo per spesa militare superando Giappone e Germania, collocandoci di poco alle spalle del colosso Russo.

o-PORTAEREI-CAVOUR-facebookCertamente avere mezzi adeguati e moderni è indispensabile per la difesa dei nostri interessi nazionali ma anni fa altri ammiragli chiesero e ottennero la poderosa portaerei Cavour che da quando è entrata in servizio, cinque anni fa, è rimasta inutilizzata perché la Marina non può permettersi il suo esorbitante costo di esercizio (circa 200 mila euro al giorno): finora, quindi, è stata utilizzata solo per due missioni di promozione commerciale spesate dalle aziende italiane (Fincantieri, Finmeccanica, Eni) che se ne sono servite come fiera galleggiante del ‘made in Italy’.

Fondi che chiaramente vengono reperiti sottraendoli alle altre voci del bilancio, ad esempio quella sanitaria: secondo quanto previsto dalla Legge di stabilità 2014, gli stanziamenti per il Servizio sanitario nazionale subiranno un taglio di 1 miliardo e 150 milioni di euro negli anni 2015-2016. Si procede inoltre a bloccare il rinnovo dei contratti di tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione fino al 2015. Di certo in un periodo di profonda crisi economica non sembra il caso che il governo ci costringa a tirare ulteriormente la cinghia per armarci fino ai denti.Broelman-April24-fighters-RGB-1

Carmelo Vella